Bruxelles ha acceso i riflettori su Google. Martedì l’Unione Europea ha avviato un’indagine per verificare se il colosso tecnologico stia violando le leggi europee sulla concorrenza utilizzando contenuti online per addestrare i propri modelli di intelligenza artificiale generativa senza riconoscere compensi ai creatori o senza offrire loro la possibilità di rifiutare l’uso dei propri materiali.
Al centro dell’inchiesta ci sono i video e i contenuti pubblicati dagli utenti, che potrebbero essere stati impiegati da Google per alimentare i sistemi di IA senza alcuna forma di remunerazione o trasparenza. La Commissione Europea vuole chiarire se questa pratica costituisca un abuso di posizione dominante o una violazione delle regole sulla concorrenza, in un settore che sta rapidamente diventando strategico per l’economia e la sicurezza digitale.
L’indagine si inserisce in un contesto più ampio di crescente attenzione da parte di Bruxelles verso le grandi piattaforme tecnologiche. Negli ultimi anni, l’UE ha introdotto strumenti legislativi come il Digital Markets Act (DMA) e il Digital Services Act (DSA), pensati per garantire maggiore trasparenza, equità e tutela dei diritti degli utenti.
Se le accuse dovessero essere confermate, Google rischierebbe sanzioni significative e nuove restrizioni operative nel mercato europeo. Per i creatori di contenuti, invece, l’inchiesta rappresenta un segnale importante: l’UE intende difendere il principio secondo cui l’innovazione tecnologica non può avvenire a scapito dei diritti di chi produce e condivide materiali online.

