Bulgaria verso l’euro: tra pressioni europee e resistenze interne
La Bulgaria si prepara ad adottare l’euro a partire dal 1° gennaio 2026, dopo aver ricevuto il via libera dalla Commissione Europea e dalla Banca Centrale Europea. Tuttavia, mentre il governo bulgaro sostiene con forza l’ingresso nell’Eurozona, una parte significativa della popolazione esprime forti resistenze, temendo un aumento dei prezzi e una perdita di sovranità economica.
L’approvazione di Bruxelles e le promesse economiche
Secondo la Commissione Europea, la Bulgaria ha soddisfatto tutti i criteri di convergenza, tra cui la stabilità dei prezzi, la sostenibilità fiscale e il controllo del debito pubblico. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che l’adozione dell’euro porterà benefici concreti, tra cui prezzi più stabili, minori costi di transazione e maggiori investimenti.
Il governo bulgaro, guidato dal Primo Ministro Rossen Jeliazkov, ha accolto con entusiasmo la decisione, definendola un passo storico per l’integrazione europea del Paese. L’adesione all’euro, secondo l’esecutivo, garantirà alla Bulgaria un maggiore peso nelle decisioni della BCE, permettendo al governatore della Banca Centrale bulgara di partecipare al Consiglio direttivo della BCE.

Le proteste e il timore dell’inflazione
Nonostante il sostegno istituzionale, l’opinione pubblica bulgara resta divisa. Recenti sondaggi mostrano che quasi la metà degli intervistati è contraria al passaggio alla moneta unica, temendo un aumento dei prezzi e una riduzione del potere d’acquisto.
Le proteste, sostenute dal partito filorusso Vazrajdane e dal presidente Rumen Radev, hanno evidenziato il malcontento di chi considera l’euro un’imposizione da parte di Bruxelles. Alcuni gruppi politici hanno persino chiesto un referendum sull’adozione della moneta unica, ma la proposta è stata respinta dal Parlamento.
Verso il voto finale
L’adozione dell’euro sarà formalizzata l’8 luglio 2025, quando i ministri delle Finanze dell’UE daranno il via libera definitivo. Se da un lato il governo bulgaro vede l’euro come un passo strategico per l’integrazione europea, dall’altro la popolazione resta divisa, con una parte che teme le conseguenze economiche di questa transizione.
L’Europa osserva con attenzione gli sviluppi, mentre la Bulgaria si avvicina a una delle decisioni economiche più importanti della sua storia moderna.