Scossa ad Harvard: l’amministrazione Trump vieta l’iscrizione di studenti internazionali
Una decisione che ha fatto tremare le fondamenta del mondo accademico americano: l’amministrazione Trump ha vietato ad Harvard University di accogliere nuovi studenti internazionali. È un colpo diretto a una delle istituzioni più rinomate degli Stati Uniti, simbolo dell’eccellenza accademica a livello globale.
La notizia è arrivata attraverso una lettera firmata da Kristi Noem, segretaria alla Sicurezza Interna, inviata giovedì alla direzione dell’università. Nel documento si comunica che Harvard ha perso la certificazione del programma per studenti e visitatori di scambio, un requisito indispensabile per poter iscrivere studenti stranieri. E l’effetto della revoca è immediato.
La misura si inserisce in un quadro più ampio di tensione tra l’amministrazione Trump e le università d’élite, che il presidente accusa da tempo di essere centri di diffusione di ideologie “woke” — un termine spesso usato in senso critico per indicare una sensibilità progressista verso temi sociali come razzismo, disuguaglianze e diritti civili.
Non solo: Harvard, come altre università, è stata criticata dalla Casa Bianca anche per la gestione di episodi di antisemitismo nei campus, giudicata insufficiente.
L’esclusione degli studenti internazionali rappresenta un duro colpo non solo per Harvard, che ogni anno attrae migliaia di candidati da tutto il mondo, ma anche per l’immagine degli Stati Uniti come polo accademico globale. In un contesto in cui l’istruzione superiore è spesso anche una diplomazia culturale, la decisione rischia di isolare ancora di più l’America dai giovani talenti stranieri.
Resta ora da capire se e come la storica università di Cambridge reagirà a questa mossa, e quali saranno le conseguenze per il panorama universitario nazionale e internazionale.