Nei prossimi giorni, Mosca ospiterà un incontro ad alto livello tra il presidente russo Vladimir Putin e Abdel Fattah al-Burhan, capo del Consiglio Sovrano e comandante in capo delle Forze Armate sudanesi. Al centro del colloquio, previsto in concomitanza con il primo vertice Russia-Lega Araba del 15 ottobre, ci sarà la possibilità di istituire una base navale russa sulla costa del Mar Rosso in Sudan.
Secondo quanto dichiarato dall’ambasciatore sudanese in Russia, l’incontro rappresenta un passaggio cruciale per rafforzare la cooperazione bilaterale tra i due Paesi, in un momento in cui Mosca cerca di espandere la propria presenza strategica in Africa. La base navale, se approvata, potrebbe offrire alla Russia un punto d’appoggio militare in una regione chiave per il controllo delle rotte marittime e per l’influenza geopolitica nel Corno d’Africa.
La visita di al-Burhan in Russia avverrà con qualche giorno di anticipo rispetto al vertice multilaterale, segno dell’importanza attribuita al dossier militare. Oltre alla questione della base, sono previste discussioni su cooperazione energetica, infrastrutture, commercio e sicurezza.
L’iniziativa ha già sollevato reazioni contrastanti a livello internazionale. Alcuni osservatori temono che l’accordo possa destabilizzare ulteriormente l’area, già segnata da conflitti interni e tensioni regionali. Altri, invece, vedono nella mossa sudanese un tentativo di diversificare le alleanze e attrarre investimenti in un momento di forte instabilità economica.
La Russia, dal canto suo, continua a rafforzare la propria rete di relazioni con Paesi africani, puntando su accordi militari, forniture di armi e progetti infrastrutturali. La base navale in Sudan, se realizzata, rappresenterebbe un tassello importante di questa strategia.
Luca Magini 