11 Dicembre 2025

Putin propone uno scambio territoriale per porre fine alla guerra

In una telefonata riservata avvenuta questa settimana tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente statunitense Donald Trump, il leader del Cremlino avrebbe avanzato una proposta per porre fine alla guerra in Ucraina: la cessione totale della regione di Donetsk alla Russia.

La notizia, riportata dal Washington Post e confermata da due alti funzionari statunitensi, ha riacceso il dibattito internazionale sulla possibilità di una soluzione diplomatica al conflitto.

Secondo il rapporto, Putin si sarebbe detto disposto a rinunciare al controllo di alcune aree delle regioni di Zaporizhzhia e Kherson (entrambe parzialmente occupate dalle forze russe) in cambio del riconoscimento ufficiale della sovranità russa su Donetsk. La proposta rappresenterebbe un significativo cambio di strategia da parte di Mosca, che finora ha rivendicato l’annessione di tutte e quattro le regioni ucraine occupate.

Alcuni funzionari della Casa Bianca hanno definito l’offerta “un progresso”, suggerendo che potrebbe aprire uno spiraglio per negoziati più concreti. Tuttavia, un alto diplomatico europeo ha avvertito che l’Ucraina potrebbe interpretare la proposta come una concessione inaccettabile, soprattutto considerando il valore simbolico e strategico della regione di Donetsk.

Il governo ucraino non ha ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale, ma fonti vicine al presidente Volodymyr Zelenskyj indicano che Kyiv non sarebbe disposta a cedere territori in cambio della pace, mantenendo la linea del “nessun compromesso territoriale”.

La comunità internazionale osserva con attenzione. Se da un lato l’offerta di Mosca potrebbe rappresentare un primo passo verso la de-escalation, dall’altro rischia di consolidare l’idea di una pace imposta, basata su concessioni territoriali unilaterali. In questo contesto, il ruolo degli Stati Uniti come mediatori diventa cruciale, ma anche delicato.

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