La Marina israeliana ha intercettato e bloccato 19 imbarcazioni della Global Sumud Freedom Flotilla, la missione umanitaria diretta verso la Striscia di Gaza con l’obiettivo di consegnare aiuti e denunciare il blocco navale imposto da Israele. L’operazione è avvenuta a circa 70 miglia nautiche dalla costa, in acque internazionali, e ha coinvolto circa 200 attivisti, tra cui 22 cittadini italiani.
Tra le navi fermate figurano l’Adara, la All Inn, l’Alma, l’Aurora, la Captain Nikos, la Dir Yassine, la Florida, la Grande Blu, la Hio, la Huga, la Karma, la Mohammad Bhar, la Morgana, la Otaria, la Oxygono, la Seulle, la Sirius, la Spectre e la Yulara. A bordo della Morgana viaggiavano anche il senatore Marco Croatti (M5S) e l’europarlamentare Benedetta Scuderi (Avs), mentre la Captain Nikos ha trasmesso immagini dell’abbordaggio in diretta, mostrando militari israeliani salire a bordo con armi e idranti.

Secondo il Ministero degli Esteri israeliano, tutti gli attivisti sono “sani e salvi” e saranno trasferiti nel porto di Ashdod per essere espulsi nei rispettivi Paesi. Il ministro italiano Antonio Tajani ha confermato che i cittadini italiani saranno rimpatriati entro 2–3 giorni.
La missione, composta da 44 barche, vede ancora 23 imbarcazioni in navigazione verso Gaza, anche se alcune hanno virato verso nord, in direzione di Cipro. La nave Mikeno, una delle più vicine alla costa, risulta ferma a poche miglia dalla Striscia.
L’intervento israeliano ha scatenato proteste in tutta Europa, con manifestazioni in oltre 30 città italiane e uno sciopero generale proclamato da CGIL e USB per il 3 ottobre. Il dibattito internazionale si concentra ora sulla legittimità dell’abbordaggio in acque internazionali e sul rispetto del diritto marittimo.
