14 Dicembre 2025

Germania, boom di furti nei negozi: criminalità organizzata, inflazione e disagio sociale dietro le perdite record

Berlino: Sugli scaffali dei supermercati tedeschi spariscono confezioni di caffè, bottiglie di liquore e prodotti per la cura della persona. Nei negozi di elettronica mancano cuffie e smartwatch; nei negozi di cosmetica, profumi e cosmetici di marca. Non si trattano di errori nei conteggi: semplicemente, questi prodotti sono stati rubati. E sempre più spesso, a rubarli non sono ladri improvvisati, ma veri e propri gruppi criminali organizzati.

Nel 2024, il commercio al dettaglio in Germania ha registrato perdite record pari a 4,95 miliardi di euro, secondo l’EHI Retail Institute. È la cifra più alta mai rilevata da quando esistono indagini sistematiche sul tema. La causa principale? Un’impennata nei furti, in particolare quelli sistematici e ben pianificati, spesso legati alla criminalità organizzata.

Un contesto in trasformazione: l’escalation dopo il Covid

Negli ultimi anni, il panorama del commercio tedesco è profondamente cambiato.

Dopo la pandemia, la crisi energetica e la fiammata inflazionistica del 2022–2023, molte famiglie hanno visto ridursi il proprio potere d’acquisto. I beni di prima necessità sono diventati più costosi, i salari sono diminuiti e la fiducia nel futuro economico è calata. In questo scenario, i negozi si sono ritrovati esposti a una doppia vulnerabilità: da un lato un aumento dei furti “di sopravvivenza”, dall’altro un aumento drastico dei furti su larga scala condotti da reti criminali.

“È difficile distinguere nettamente tra furto per bisogno e furto come forma di protesta o opportunità economica,” ha spiegato Frank Horst, autore dello studio EHI. “Ma è chiaro che il fenomeno ha assunto dimensioni tali da mettere in crisi l’intero settore.”

Bande organizzate e furti chirurgici

Una delle tendenze più preoccupanti emerse dal report è il coinvolgimento crescente di bande criminali che si sono specializzate in questo genere di furti. Secondo l’EHI, almeno un terzo delle perdite registrate è riconducibile a queste organizzazioni, che agiscono con modalità sempre più raffinate: colpiscono in pochi minuti, rubano merce di valore elevato e facilmente rivendibile, si muovono in più città e persino in più Paesi. È stato stimato che ogni colpo frutta mediamente oltre 1.000 euro.

I prodotti preferiti? Tutto ciò che ha un alto rapporto valore/dimensione: caffè, alcolici, profumi, rasoi, piccoli elettrodomestici, abbigliamento firmato.

“In certi supermercati” osservano gli autori dello studio, “si è arrivati al paradosso per cui quasi ogni cliente ha assistito almeno una volta a un furto in diretta, senza che nessuno intervenga”.

Dati ufficiali sottostimati: il 98% dei furti passa inosservato

Il contrasto tra le statistiche della polizia, che mostrano un calo delle denunce per taccheggio, e i numeri dell’EHI ha acceso un dibattito. Gli esperti sottolineano che la stragrande maggioranza dei furti (Circa il 98%) non viene nemmeno rilevata. Le aziende se ne accorgono solo dopo, quando fanno i conti con le differenze tra giacenze e inventario.

A peggiorare la situazione contribuisce anche il fenomeno dei furti interni, spesso sottovalutato: dipendenti e fornitori rappresentano circa il 20% delle perdite totali.

Tra prevenzione e politica: cosa si può fare?

Per difendersi, le aziende tedesche stanno investendo ogni anno oltre 1,5 miliardi di euro in tecnologie di sicurezza: videosorveglianza, sistemi di allarme, vetrinette protette. Alcune stanno puntando sull’intelligenza artificiale, con sistemi in grado di monitorare i movimenti dei carrelli o segnalare comportamenti sospetti in tempo reale. In alcuni casi addirittura, l’uso dell’IA ha permesso di ridurre i furti fino al 50%.

Ma utilizzare nuova tecnologia all’avanguardia non basta. L’Associazione tedesca del commercio al dettaglio (HDE) chiede un maggiore supporto istituzionale: pene più severe per i criminali, miglior coordinamento delle forze dell’ordine tra le varie caserme, e un riconoscimento del furto organizzato come fenomeno di criminalità economica su scala nazionale ed europea.

Una crisi che parla anche di disuguaglianze

Oltre alla componente criminale, questo aumento dei furti riflette anche un malessere sociale più ampio. In una Germania che fatica a conciliare crescita economica e giustizia sociale, il taccheggio non è solo un problema di sicurezza: è anche il sintomo di un disagio che attraversa strati sempre più ampi della popolazione.

Per i commercianti, però, la posta in gioco è alta. Concorrenza online e inflazione non lasciano molto spazio per assorbire perdite continue.

Come ha riassunto un portavoce dell’HDE:

“Se rubano un carrello su duecento, non è più una curiosità statistica. È un modello di business che non regge.”

di Tepid

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