Giugno 8, 2025

Il Pericoloso Gioco di Erdogan

Identikit della Turchia

Oltre ad avere una popolazione enorme (in Europa l’unico paese a rivaleggiarla in termini di popolazione è la Germania, mentre in medio 0riente viene superata solo da Iran ed Egitto), la Turchia siede su territori ricchi di minerali, terre fertili, ed una posizione strategica sullo stretto dei dardanelli e su ambedue i mari che la bagnano: il mediterraneo orientale ed il mar nero. La Turchia è anche un importante partner europeo, con un settore industriale in rapida espansione e vanta una tecnologia sorprendentemente avanzata.

La Turchia è un paese particolare in effetti, essendo uno dei pochi paesi in Europa a non aver subito le conseguenze della seconda guerra mondiale. Tuttavia, il paese è stato quello che potenzialmente ha subito il peggior, forse dopo l’impero russo, destino dopo la prima guerra mondiale, perdendo quasi il 70% dei territori tra il 1878 ed il 1918, un lasso di tempo di soli 40 anni, senza contare la guerra con la Grecia finita nel 1922. Dal 1922 tuttavia, sotto la guida brillante di Ataturk, la Turchia è risorta come paese, cominciando un industrializzazione del paese che non si è mai fermata dal 1922 fino ad oggi, e che a 100 anni di distanza da allora vanta un settore industriale che rivaleggia le maggiori potenze mondiali. Il maggior sviluppo lo vediamo dal 2003, con la crescita del settore immobiliare che ha portato una ricchezza immensa nel paese.

Il debito pubblico è relativamente basso, la disoccupazione in costante decrescita, e la produzione si alza grazie ad investimenti stranieri nel paese. E’ però noto che le aziende di origine turca stiano anche ad una velocità disarmante. Tutte queste proprietà fanno della Turchia la “Tigre dell’Anatolia” che recentemente ha sfoderato gli artigli per guadagnare importanza sul piano internazionale.

Risorse d’acqua

L’identikit della Turchia non sarebbe completo tuttavia senza un approfondimento sulle risorse idriche del paese, che come ci si aspetta da un aspirante potenza regionale, sono vaste. Si da il caso che l’Anatolia, con le sue montagne, sia una regione ricca di bacini idrici importanti, tra cui la fonte del Tigri e l’Eufrate.

Sebbene ad un occhio meno attento queste informazioni saranno di secondaria importanza, i più informati lettori sapranno che il futuro degli obiettivi di guerra sono proprio le fondi d’acqua. Ne abbiamo esempi in India e Cina, in Crimea, e anche in Egitto. addirittura, ci sono stati all’interno degli Stati Uniti che lamentano dei confini che garantiscano il controllo sull’acqua, la California è l’esempio più lampante. Il controllo sul Tigri e sull’Eufrate, garantirebbe non solo alla Turchia di dominare le politiche Irachene e Siriane, ma di puntare ad un integrazione più aggressiva delle terre straniere all’interno della Turchia, o di un alleanza a guida turca.

Tra N.A.T.O. e C.S.T.O.

La Turchia fa parte della NATO da molto tempo, eppure ultimamente si sta dimostrando ostile contro di essa, con tensioni nell’egeo contro la Grecia e contro l’America, l’intervento in Libia contro le forze di Haftar sostenuto dai francesi, e la guerra economica contro Cipro, e i famosissimi acquisti di S-300 e Su-57 russi. La stampa occidentale decreta questi atti come pro-russi, ed i governi hanno reagito bloccando il programma F-35 turco.

Ma non è tutto come sembra.

Quello che sta succedendo in questo momento è semplicemente un conflitto di interessi tra l’Europa, l’America e la Turchia, che non vuol dire però che quest’ultima uscirà dalla NATO ed entrerà in coalizione con la Russia.

Infatti i turchi, hanno un agenda principalmente anti-russa. Le armi all’Azerbaijan, supporto e accordi anche militari con Sud Corea e Israele, lo stesso intervento in Libia contro Haftar che ricondiamo è supportato anche dai Russi, le recenti azioni di aiuti in Georgia e Ucraina, ed ovviamente l’opposizione armata ad Assad in Siria.

La Turchia non si sta inimicando la nato, ma sta semplicemente “giocando col fuoco”, in una tattica geopolitica molto pericolosa, ma che può portare vantaggi enormi ad Erdogan.

Con gli stati uniti che escono dal medio oriente, la Russia che nonostante decenni di politiche fallimentari dell’URSS continua a buttare risorse in Europa piuttosto che sviluppare la propria economia per contrastare l’influenza europea in africa, e la Cina che tiene occupato il fronte economico e pacifico statunitense, la Turchia ha spazio di manovra e strada spianata per la dominazione del medio oriente.

Oppure no?

Iran e Italia: pericolosi nemici

Con gli Stati Stati Uniti che si ritirano dal medio oriente per combattere la Cina, non solo la Turchia ha strada spianata in medio oriente. L’Iran è un altro paese molto popoloso, che rivaleggia la Turchia per popolazione e potenziale. Gode di importanti influenze in medio oriente grazie al fatto di essere uno dei pochi paesi a maggioranza sciita (in Iraq e Kuwait gli sciiti sono molti, come anche in alcune regioni dell’Arabia Saudita, e alcune regioni nello Yemen) e l’Iran ha tutti i mezzi per approfittarsene, sebbene invece di avanzare con un approccio di una lenta e preparata stretta economica e politica come nel caso della Turchia, l’Iran sta progettando di usare metodi meno subdoli per arrivare ai propri fini, tra cui, potenzialmente, la bomba atomica.

E che dire invece del Bel Paese? l’Italia sin dalla seconda guerra mondiale detiene ottime relazioni con i governi iracheni, ad eccezione del governo Berlusconi per ovvi motivi, e nelle missioni di pace noi italiani siamo i maggiori contributori dopo gli stati uniti. Abbiamo avuto diversi successi in Libano e più recentemente in Libia, e le nostre forze hanno la simpatia dei governi della regione. Anche come politiche economiche, il nostro stato ha incrementato il commercio della risorsa in questione con l’Iraq a scapito dell’Iran, indebolendo quindi un potenziale nemico e ingraziandosi il governo iracheno.

Tuttavia l’Italia ha il problema della costante crisi economica e politica che la circonda, e la generale poca voglia da parte del governo di intrattenere costose (in termini di sangue da versare) campagne di peace keeping estere. Nonostante ciò, il governo Draghi sta dimostrando che un Italia politicamente attiva può essere un avversaria ostica anche per la Turchia, e la sua presenza nella regione non va sottovalutata

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